“Se il Giubileo non arriva alle tasche, non è un vero Giubileo. Avete capito? E questo è nella Bibbia! Non lo inventa questo Papa”. E’ mercoledì 10 febbraio 2016 quando Bergoglio, durante la catechesi dell’udienza generale, pronuncia queste parole. L’Anno Santo della misericordia sognato, voluto e indetto da Bergoglio passerà alla storia, non solo della Chiesa cattolica, come un unicum assoluto. Un Giubileo dei poveri, degli ultimi, degli scartati con porte sante aperte in tutto il mondo e gesti concreti di carità. Un Anno Santo dove la prima porta santa a essere aperta dal Papa non è stata quella di San Pietro, come prevede la tradizione secolare, bensì quella della cattedrale di Bangui nella Repubblica Centrafricana una settimana prima dell’inizio ufficiale del Giubileo. Un elemento caratteristico di questo Anno Santo, fortemente voluto da Francesco, sono stati i “venerdì della misericordia”, ovvero un giorno al mese in cui il Papa ha compiuto un gesto di carità. Un vero e proprio calendario di opere di pietà cristiana che Bergoglio ha proposto a tutti, credenti e non.
A gennaio il Papa ha visitato una casa di riposo per anziani e una per malati in stato vegetativo a Torre Spaccata; a febbraio, una comunità per tossicodipendenti del Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi a Castelgandolfo; a marzo (Giovedì Santo) il Centro di accoglienza per profughi (CARA) di Castelnuovo di Porto; ad aprile la visita dei profughi e migranti nell’Isola di Lesbo; a maggio la comunità del “Chicco” per persone con grave disabilità mentale a Ciampino; a giugno due comunità romane per sacerdoti anziani e sofferenti. A luglio, nel corso del viaggio in Polonia, il Papa ha compiuto il suo “venerdì della misericordia” con la preghiera silenziosa ad Auschwitz-Birkenau, la visita ai bambini malati all’ospedale pediatrico di Cracovia e la via crucis con i partecipanti alla Gmg, presenti i giovani iracheni, siriani e provenienti da altre zone di guerra e disagio.
Ad agosto Francesco si è recato in una struttura romana della Comunità Papa Giovanni XXIII che accoglie donne liberate dalla schiavitù del racket della prostituzione, mentre a settembre ha visitato un reparto di neonatologia e un Hospice per malati terminali a Roma. A ottobre si è recato presso il Villaggio SOS, una casa famiglia di Roma che accoglie bambini in condizioni di disagio personale, familiare e sociale. E a novembre ha incontrato 7 famiglie, tutte formate da giovani che hanno lasciato, nel corso di questi ultimi anni, il sacerdozio.
Francesco Antonio Grana
Twitter: @FrancescoGrana