Estratto dall’articolo di Salvatore Izzo, vaticanista dell’Agi
La ‘fama di santità’ scolora con il tempo
Ma il problema non è solo economico. E’ teologico: il vero criterio sicuro e cioè la “fama di santità” viene di fatto lasciato cadere perché il tempo inevitabilmente scolora i ricordi, mentre andrebbe ascoltato subito il popolo che – come spiega la teologia del popolo di cui Francesco è seguace – è detentore della verità in quanto il Vangelo è incarnato nel suo cuore. Dunque serve un ripensamento profondodi queste prassi che rallentano il grande beneficio per le anime offerto dal riconoscimento di santi esemplari le cui “pratiche” restano nei cassetti: martiri come don Diana e il commissario Calabresi (la cui causa stenta ancora ad avviarsi a Milano), testimoni come don Picchi e don Di Liegro (per i quali il Vicariato di Roma non ha nemmeno chiesto l’avvio ufficiale delle cause). E dopo 9 anni la causa di Chiara Lubich, vero gigante della spiritualità e del dialogo, è ancora alla fase diocesana che viene celebrata a Frascati.