Martedì 29 maggio 2018, alle 18, l’arcivescovo Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi ed ex vicegerente della diocesi di Roma, celebrerà la messa nel Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi nell’ottavo anniversario della scomparsa del suo fondatore. La celebrazione si svolgerà nella sede centrale del CeIS, a Roma, in via Attilio Ambrosini, 129. “Insieme con i nostri ragazzi – afferma Roberto Mineo, presidente del CeIS – vogliamo dire il nostro grazie a don Mario per quanto ci ha insegnato con la sua coerente e proficua testimonianza di vita. È stato un autentico pioniere nel contrasto a ogni forma di dipendenza e le sue battaglie oggi sono attualissime”.
Don Mario Picchi era un prete animato da coraggio e da passione per la verità. Lavorava alla stazione di Roma Termini, ma poi, avendo capito che era in atto un’invasione di droga mai vista prima, decise di fare di più. Aprì così la sua prima comunità e fondò un modello di intervento chiamato “Progetto Uomo” che è diventato uno standard internazionale. Nel 1968, occupandosi di ferrovieri e dei loro figli, con grande attenzione ai problemi dei giovani, don Mario cominciò a riunire e ad animare i primi gruppi di volontariato, creando una prima associazione denominata Centro Internazionale di Solidarietà. Attraverso azioni di sensibilizzazione si cercava di attirare l’attenzione della pubblica opinione su problemi nazionali e internazionali. Un primo risultato fu una raccolta di denaro inviato in Nigeria alle popolazioni in grave difficoltà negli anni della sanguinosa guerra del Biafra. Da quelle iniziative prese corpo il CeIS al quale, da allora, il sacerdote dedicò tutto il suo tempo e tutte le proprie energie.
Il Centro si costituì legalmente come libera associazione nel 1971 e don Mario Picchi trovò aiuto nel Papa dell’epoca, il beato Paolo VI, che gli offrì un appartamento in un palazzo di proprietà del Vaticano, in piazza Benedetto Cairoli, nel cuore di Roma. Nel 1978 a don Mario Picchi fu affidata l’organizzazione del terzo Congresso mondiale delle comunità terapeutiche celebrato a Roma con circa 500 delegati da ogni Paese e continente. L’incontro con san Giovanni Paolo II, che invitò don Mario Picchi a concelebrare messa in Vaticano e ne ascoltò le preoccupazioni, permise al CeIS di cominciare una straordinaria avventura che lo ha trasformato da piccolo gruppo di volontariato in una delle associazioni non governative più note a livello internazionale in ambito sociale. La villa ai Castelli Romani donata da Wojtyla divenne, nel 1979, la comunità terapeutica “San Carlo”, visitata recentemente da Papa Francesco, il grande laboratorio educativo-terapeutico delle più importanti strategie del CeIS, ospitando fino a 130 residenti al giorno e oltre 3mila nei suoi quasi 40 anni di vita.
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