Per la prima volta dal dopoguerra la nuova generazione sara’ piu’ povera di quella che l’ ha preceduta “con il 61 per cento dei giovani italiani che pensa che in futuro la sua situazione economica sara’ peggiore di quella dei propri genitori, il 17 per cento uguale e solo il 14 per cento migliore, mentre il 9 per cento non risponde”. È quanto emerge dalla prima analisi Coldiretti/Swg su ‘ I giovani e la crisi’, presentata all’ Assemblea di Giovani Impresa Coldiretti alla vigilia della presentazione del piano giovani del Governo, dalla quale si evidenzia che le prospettive non sono dissimili tra giovani occupati (61 per cento) disoccupati (65 per cento) o studenti (54 per cento). “Nonostante questo- sottolinea la Coldiretti- solo il 36 per cento non farebbe mai il lavoro dei propri genitori, il 30 per cento lo farebbe senza entusiasmo mentre solo per il 28 per cento sarebbe interessante. La preoccupazione sul futuro economico traspare anche dall’ elevato grado di insoddisfazione che caratterizza i giovani occupati che per il 36 per cento dei casi non sono contenti del proprio lavoro, che risulta poco appagante dal punto di vista economico per 3 insoddisfatti su 4 e privo di prospettive di crescita professionale per 1 su 3”. Il risultato e’ che, precisa la Coldiretti, “ben il 77 per cento dei giovani occupati pensa di cambiare lavoro. La situazione e’ profondamente diversa tra i giovani agricoltori che nell’ 85 per cento dei casi sono soddisfatti del proprio lavoro e solo nel 34 per cento dei casi hanno pensato di cambiarlo”. La voglia di fare meglio “e’ stato il motore che ha fatto crescere il Paese da generazione a generazione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “la mancanza di speranza dei giovani nel futuro e’ la preoccupazione piu’ forte che ci viene dalla crisi in un Paese dove sono pesanti le responsabilita’ della classe dirigente nell’ impedire il necessario rinnovamento generazionale, come dimostra la limitata presenza di giovani nei centri di poteri, rispetto gli altri Paesi sviluppati”.
fonte: dire