Il 9 maggio allo Stadio Fiore di Marino si terrà il Torneo di calcio a 5 anche con la scuole del territorio nell’ambito del progetto contro la dipendenza dalla droga.
Si è svolto il 19 aprile 2024, presso la Sala Consiliare di Palazzo Colonna a Marino il Convegno di presentazione della IV Edizione di “Diamo un calcio alla droga”, evento organizzato dal Comune di Marino a cui ha partecipato anche il Centro Italiano di Solidarietà Don Mario Picchi (CeIS).
Un’iniziativa importantissima che ha visto il coinvolgimento e la presenza di ragazzi e insegnanti delle scuole superiori del territorio, quali l’I.I.I.S AMARI-MERCURI, il C.M.F.P. Alberghiero e FORMALBA, che hanno ascoltato attentamente sia gli interventi dei relatori che le esperienze e le testimonianze prodotte sull’argomento.
In apertura il Vice Sindaco e Assessore allo Sport Maria Sabrina Minucci ha comunicato come il progetto fosse nato dall’esigenza di non abbassare mai la guardia sul tema della droga, allargando il discorso sociale a quello sportivo. Infatti “La novità di quest’anno – ha dichiarato i’Assessore Minucci – è aver distinto l’appuntamento in due giornate: una, quella odierna di riflessione e approfondimento insieme a chi opera direttamente nelle Comunità di recupero, e l’altra che si svolgerà il 9 maggio prossimo dalle 9,00 di mattina presso lo Stadio Comunale “D.Fiore”: il Torneo di calcio a 5 che vedrà partecipare una squadra di Villa Maraini, una composta dai ragazzi delle scuole, una dal CeIS e infine la U.S. Lepanto. Due eventi in uno per conoscere meglio il problema della tossicodipendenza, per combatterlo e per arginarlo. Che vinca il migliore su ogni campo, ma soprattutto nella vita!”.
“Con questo evento abbiamo voluto dare un segnale forte – ha dichiarato il Sindaco Stefano Cecchi nel suo intervento – Non farò un sermone, ma, al di là del fatto che oggi si salta la scuola questo è un momento importante per capire che tutti possiamo avere bisogno, prima o poi, di un aiuto e di qualcuno che ci tenda la mano. Non tanto per una sofferenza fisica, quanto per una sofferenza che viene da dentro, difficile da vedere all’esterno perché magari ci vergogniamo, ma succede a tutti. E allora il mio consiglio è: non abbiate paura di cercare un amico, una persona di qualsiasi età con cui potervi aprire e raccontare, altrimenti il problema diventa una bomba che può esplodere dentro di voi e causare danni devastanti. Apritevi, parlate, il problema non è solo vostro. Potreste trovare soluzioni cui non avevate pensato. Nella vita ci sono momenti positivi ma ci sono anche momenti nei quali hai il vento contrario e cerchi di rifugiarti in qualche altra cosa. E’ una sciocchezza! Assecondate la vita, è lei che Vi insegna. Oggi ascolterete delle testimonianze: fatene tesoro, esse sono come una enciclopedia vivente, sono preziose!”.
Per Patrizia Saraceno del CeIS sono due gli elementi chiave che contraddistinguono i ragazzi d’oggi: la grande solitudine e l’assenza di relazioni. «Viviamo nascosti dietro uno schermo, incapaci di essere noi stessi, di aprirci e costruire relazioni vere e sane. L’adolescenza, in particolare, è un periodo difficile, segnato da interrogativi sul proprio futuro e sulla propria identità: in molti, infatti, cercano di modellarla su chi credono siano i leader, su chi si mette mostra, rischiando di prendere scelte che sono profondamente distanti da ciò che sono. Per questo, un adolescente dovrebbe cominciare a domandarsi: chi voglio essere? qual è la mia strada? Perché scegliere, ma soprattutto non scegliere, porta delle conseguenze. Per questo, il mio invito per tutti voi è riflettere su chi volete essere: scoprendo voi stessi e inquadrando attivamente il tipo di persone che vorreste diventare, superando anche la paura di essere derisi. Anche don Mario Picchi, fin dalla fondazione del CeIS, non si è mai focalizzato sulle sostanze, ma sull’UOMO: sul “progetto uomo» che mira a far emergere le potenzialità di ogni individuo, donandogli la forza per scoprirsi e ricostruire la propria vita.»
E’ stata poi la volta di Viero D’Alessio, Coordinatore della Comunità terapeutica San Carlo del CeIS, il quale, lavorando con ragazzi anche al di sotto dei 18 anni con problemi di dipendenza, ha ribadito il concetto che non dobbiamo sottovalutare il problema. Dobbiamo evitare alcuni comportamenti. “Abbiamo spesso assistito ad una sottovalutazione da parte dei ragazzi di alcuni fenomeni, il Covid poi non ha aiutato: fenomeni ansiogeni che sono aumentati. O anche quello delle droghe leggere: occorre fare una riflessione seria. E’ un fenomeno che viene sottovalutato: le prime sostanze usate sono l’alcool e le droghe leggere. Chi ha una dipendenza ha un problema in più. La nostra quotidianità non viene vissuta bene. I giovani non debbono avere certi modelli di riferimento, ma debbono poter scegliere. Ogni sostanza annulla le percezioni vere, sane. La canna viene tagliata da diversi anni per aumentare l’effetto stupefacente. Non sottovalutiamo questo aspetto! Anche il modo di bere: compulsivo, per poter raggiungere in fretta lo sballo. Dobbiamo agire prima che il problema diventi dipendenza. Non quando il problema è conclamato. Dobbiamo essere chiari: le sostanze psicotrope alterano il nostro funzionamento psichico. Dovete parlare – ha detto D’Alessio rivolgendosi ai ragazzi presenti in sala – e chiedere aiuto. L’uso precoce di alcune sostanze porta a disturbi psichici importanti quali attacchi di panico, ansia e disturbi dell’apprendimento. Scegliete qualsiasi cosa ma non le sostanze!”.