Trattamento riabilitativo semiresidenziale in favore di pazienti affetti da Disturbo da Gioco D’azzardo.
«Tutti noi ci auguriamo possa nascere un diverso conoscerci e percorrere insieme un difficile
cammino: verso la speranza»
Don Mario Picchi
Obiettivi
Il gioco è un’esperienza indispensabile che permette il contatto con la gioia con la crescita e con il confronto. Il gioco
permette di vivere la realtà nella sua rappresentazione, anche la più fantasiosa. Purtroppo nella lingua italiana si usa
impropriamente la parola gioco anche per indicare il gioco d’azzardo. L’azzardo non è un gioco, in esso non esiste ne
rappresentazione ne una vera competizione. Nel gioco d’azzardo vince la così detta Alea, ossia la dura legge della
statistica che è favore di chi vende il prodotto o del così detto «banco». Le vittorie stesse sono l’esca migliore per
attirare i possibili clienti. La natura dell’azzardo si presta all’essere umano come una fuga dalla realtà, un luogo fisico o
virtuale dove fuggire da essa a qualunque costo rincorrendo l’illusione della vincita.
Questo per molte persone diventa un legame di dipendenza con tutte le caratteristiche che esso comporta.
Assuefazione, perdita del controllo, astinenza insorgono nel soggetto innescando ripercussioni drammatiche dal punto
di vista emotivo, economico e comportamentale.
Il 6 Marzo del 2024 in seguito alla Delibera dirigenziale della Regione Lazio n. 479 del 21/02/2024 ASL ROMA2 nasce il
progetto Non ci rigioco Progetto semiresidenziale per il trattamento del Disturbo da Gioco d’Azzardo.
Non ci rigioco accoglie le persone dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 17 offrendo un luogo comunitario che da più
di cinquant’anni lotta contro le dipendenze e non solo. Qui si coltiva la cultura dell’accoglienza e del trattamento delle
persone in difficoltà. Non ci rigioco offre attività clinica specializzata, laboratori di musica, teatro, giardinaggio, bonsai
ed attività fisica, il tutto all’interno di un ambiente comunitario dove poter avviare un adeguato percorso
individualizzato di recupero bio-psico-sociale in sinergia con le altre realtà territoriali di supporto.
- Distacco dai comportamenti compulsivi e di dipendenza
- Acquisizione di strategie di protezione e controllo
- Educazione alla gestione del denaro
- Educazione alla salute
- Rielaborazione della storia personale e familiare da un punto di vista emotivo e razionale
- Riacquisizione di un ruolo sociale e familiare più funzionale
- Sviluppo del sè
Destinatari
Il servizio è rivolto a coloro i quali presentano un Disturbo da Gioco d’Azzardo ed il bisogno di un luogo protetto dove
poter tornare a confrontarsi con la realtà. Per accedere le persone devono accettare le norme di vita comunitaria ed avere
motivazione al cambiamento. Per ciascuna persona viene elaborato un progetto riabilitativo individuale che tiene in considerazione le caratteristiche della persona ed i suoi bisogni. Possono essere accolte anche persone con problemi di salute mentale qualora siano mantenuti i requisiti di predisposizione alla vita comunitaria e sociale.
Modalità di accesso
Contattando il servizio è possibile iniziare il periodo di valutazione mentre per l’inserimento nel progetto semiresidenziale è necessaria la diagnosi di DGA effettuata dal SerD di appartenenza.
Metodologia
L’approccio è di natura multidisciplinare e prevede l’integrazione della metodologia tradizionale del CeIS, ossia il Progetto Uomo con le competenze specifiche legate alla psicoterapia e all’attività laboratoriale integrata.
Strumenti
- Colloqui individuali
- Psicoterapia
- Psicoterapia di gruppo
- Psicoeducazione
- Colloqui Familiari
- Interventi Psicosociali di gruppo
- Seminari informativi
- Gruppi esperenziali/espressivi
- Attività laboratoriali
- Terapia occupazionale
Orientamento
Il punto di partenza del percorso terapeutico prevede una prima fase valutativa e conoscitiva. I primi colloqui di orientamento consentono l’avvio di una relazione di fiducia. Non è facile pensare che nella propria vita si incontri il bisogno di chiedere aiuto ad una istituzione legata al mondo delle dipendenze. Il primo passo può essere molto faticoso da fare ed è necessario poter offrire un adeguato periodo di elaborazione della propria domanda di aiuto. Parallelamente il personale può iniziare a costruire un progetto terapeutico, iniziare ad entrare in relazione con il SerD di appartenenza ed avviare con esse il percorso di elaborazione della diagnosi di DGA.
Prima Fase (3 mesi)
Dopo l’Orientamento e dopo aver ottenuto la diagnosi di DGA è possibile cominciare a frequentare il semiresidenziale e tutte le sue attività. L’inserimento è chiamato PRIMA FASE ed ha una durata di tre mesi. In questo periodo si iniziano i laboratori i gruppi si avvia il sostegno alle famiglie si sviluppa il lavoro di rete e soprattutto operatori ed utenza iniziano a conoscersi in una quotidianità rinnovata.
OBIETTIVI
- Elaborazione del progetto terapeutico
- Distacco dal gioco
- Sostenere la motivazione
STRUMENTI
- Impostazione della gestione del credito
- Monitoraggio del progetto terapeutico
- Gestione della privacy
- Laboratori e attività clinica/educativa
Seconda Fase (6 mesi)
Nella seconda fase, della durata di 6 mesi, il lavoro si concentra sugli aspetti più esistenziali che hanno generato sofferenza individuale e comportamenti disfunzionali. Gli spazi di elaborazione individuali e di gruppo iniziano a legarsi sempre di più con il lavoro svolto nelle attività laboratoriali e nella terapia occupazionale innescando il movimento dinamico utile alla persona per affrontare le sue difficoltà in un’ottica nuova e migliorativa.
OBIETTIVI
- Sviluppo progetto terapeutico/riabilitativo
- Consolidamento dell’astinenza e della sobrietà
- Implementazione del lavoro di rete
- Sviluppo del sé
STRUMENTI
- Gestione del credito
- Laboratori e attività clinica / educativa
- Gestione della privacy
- Monitoraggio del progetto
Terza Fase (6 mesi)
In questa fase, della durata di 6 mesi, l’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo dell’autonomia personale psicologica, sociale e lavorativa. Il percorso sposterà il focus sulle dinamiche relative alla ripresa/ricerca del lavoro o a quelle legate alla vita di una persona in pensione o che sta ancora studiando. Il reinserimento sarà un momento cruciale dove verranno messi alla prova tutti gli obbiettivi fino a quel momento raggiunti. Nella terza fase sarà possibile prepararsi a questa fase andando a verificare per gradi le capacità acquisite dal soggetto e dal suo entourage.
OBIETTIVI
- Consolidamento degli strumenti appresi e sviluppo delle capacità personali
- Reinserimento lavorativo e sociale
- Avvio autonomia nella gestione economica
- Sviluppo del sé
STRUMENTI
- Monitoraggio del progetto
- Gestione della privacy
- Gestione del credito
- Verifica progetto terapeutico /educativo
- Laboratori attività clinica / educativa
Reinserimento
In questa ultima fase le persone lasciano le attività diurne ed iniziano un cammino di maggiore autonomia. C’è sempre la possibilità di tornare in dietro ma l’obbiettivo è quello di iniziare ad andare da soli nella quotidianità lasciando a Non ci rigioco il compito di prevenire le ricadute, continuare a monitorare l’andamento del progetto fino al completo sgancio.
OBIETTIVI
- Prevenire e in caso gestire le ricadute
- Monitorare l’andamento dei risultati ottenuti
STRUMENTI
- Colloqui individuali
- Gruppi
- Sostegno alle famiglie
Follow Up
Gli incontri di follow-up, della durata di 10 mesi, consistono in un monitoraggio successivo al percorso riabilitativo con l’obiettivo di verificare la stabilità dei risultati raggiunti e collaborare nella prevenzione della ricaduta. La fase di follow-up si configura anche come un intervento di prevenzione e di promozione del benessere psicologico per cui mantiene tutte la caratteristiche di una relazione clinica anche se ha come obbiettivo principale verificare l’andamento degli obbiettivi raggiunti durante il progetto.
Laboratori
- Giardinaggio
- Bonsai
- Musica
- Attività Fisica
- Teatro
- Bioenergetica
Team
Orari di apertura
Indirizzo
Contatti
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