Gioco d’azzardo, indebitamento e usura saranno i temi al centro dell’incontro di riflessione e confronto organizzato dalla diocesi di Roma per sabato 23 novembre all’Università Lateranense. L’iniziativa è promossa dalla Caritas diocesana di Roma, dal Centro per la pastorale familiare del Vicariato, dalla Fondazione antiusura Salus Populi Romani e dall’Azione Cattolica di Roma. Interverranno, tra gli altri, il vicegerente della diocesi di Roma, l’arcivescovo Filippo Iannone, monsignor Carmine Recchia e il sociologo Maurizio Fiasco
“Vite in gioco ai tempi della crisi. Gioco d’azzardo, indebitamento e usura” è il titolo del convegno organizzato dalla diocesi di Roma per sabato 23 novembre all’Università Lateranense (Aula Pio XI, ore 9.30). L’incontro, rivolto soprattutto agli animatori delle comunità parrocchiali, è promosso dalla Caritas diocesana di Roma, dal Centro diocesano per la pastorale familiare del Vicariato, dalla Fondazione antiusura Salus Populi Romani e dall’Azione Cattolica di Roma.
Il convegno verrà aperto dall’arcivescovo Filippo Iannone, vicegerente della diocesi di Roma, e vedrà nella prima parte gli interventi del sociologo Maurizio Fiasco – “Il tempo dell’azzardo. Impatto sull’economia e sul capitale sociale familiare” – e di monsignor Carmine Recchia della Fondazione Salus Populi Romani – “Il gioco d’azzardo visto da vicino” -. La seconda parte del convegno sarà dedicata alle proposte operative e alle esperienze pastorali con gli interventi del presidente dell’Azione cattolica di Roma, Benedetto Coccia – “Mettiamo in gioco la vita senza azzardo” – e dell’addetto del Centro per la pastorale familiare del Vicariato, Luca Pasquale – “«Mamma mi compri…?». Educare all’uso del denaro evitando sprechi e dipendenze” -. Le conclusioni (ore 12.30) saranno affidate al direttore della Caritas diocesana di Roma, monsignor Enrico Feroci.
Maurizio Fiasco, che metterà in evidenza il quadro socio-statistico del fenomeno, anticipa: «Il gioco d’azzardo è il “colpo di grazia” per molte famiglie che vivono la crisi proprio perché il sistema gioco si alimenta sulla povertà, sul peggioramento delle condizioni economiche e sulla manipolazione emotiva di quanti sono già stritolati nella morsa della speculazione selvaggia e dal debito». Un sistema che rischia di generare una spirale sempre più drammatica perché con l’aumento dell’offerta di giochi aumentano anche i giocatori e crescono coloro che diventano patologici.
Una conferma di tale tendenza arriva anche dai dati sul fenomeno pubblicati dal Centro italiano di solidarietà (Ceis), secondo cui a Roma si è passati da una spesa pro-capite per il gioco di 500 euro, nel 2004, ai 1.200 euro nel 2011. Cifre preoccupanti per la Capitale emergono anche dalla rilevazione Open Data sugli esercizi commerciali: sono 718 le sale giochi aperte nel territorio del Comune per un totale di oltre 50mila, tra videopoker e slot machine. Quindi dal 2012 al 2013 l’espansione è stata inarrestabile e, nel giro di 12 mesi, il numero di esercizi è quasi triplicato.