Con la definizione di “doppia diagnosi” si fa comunemente riferimento alla coesistenza, in una stessa persona, di una condizione di uso/abuso di sostanze stupefacenti associata a sintomi di tipo psichiatrico.
In alcuni casi l’uso di sostanze può derivare dall’esigenza di contenere sintomi psichiatrici e avere pertanto una funzione autoterapeutica; in altri individui, invece, può assumere carattere di disturbo primario diventando abuso e portando allo sviluppo di sintomi psichiatrici. In realtà, molto spesso, la condizione psicopatologica e l’impiego di sostanze si presentano con decorsi paralleli, influenzandosi reciprocamente e determinando quadri clinici complessi.
La complessità e multiproblematicità di questo tipo di utenza, infatti, sono tali da determinarne, come ben sappiamo, l’affluenza sia nei servizi per le tossicodipendenze sia nelle strutture che si occupano di salute mentale, determinando quello che fra gli addetti ai lavori prende il nome di “fenomeno della porta girevole”.
Da molti anni anche il CeIS don Mario Picchi è impegnato attivamente nell’intervento sugli utenti in doppia diagnosi attraverso uno dei suoi servizi.
Il servizio in questione, denominato “Programma Eco”, si connota come un diurno per giovani con problematiche nell’area della salute mentale e della doppia diagnosi che, in collaborazione con i servizi pubblici e privati esistenti sul territorio, costituisce una risorsa per il trattamento e la riabilitazione di una complessa categoria d’utenza a forte emergenza sociale.
Siamo convinti che una proposta efficace nel trattamento di utenti in doppia diagnosi debba fondarsi necessariamente su un approccio intersistemico dove l’intervento di tipo terapeutico sia centrato sulla persona, sul gruppo e sulla famiglia. Quest’approccio richiede un intenso lavoro interistituzionale sostenuto da uno sforzo comunicativo continuo tra servizi diversi.
fonte: CeIS