“È stato l’amore per la famiglia a spingermi ad uscire dal tunnel della droga”. Con queste parole Mario Sanfilippo racconta la sua vicenda, segnata ma non vinta dalla droga. È entrato nella comunità del Ceis di don Mario Picchi a Città della Pieve nel 2016, dopo anni di consumo di sostanze stupefacenti. Ne è uscito nel 2018 e ora, sempre al Ceis, aiuta altre persone che stanno seguendo un percorso di recupero. “Sono l’esempio vivente – racconta Mario nella video intervista a Vatican News – che si può uscire dalla tossicodipendenza”. La sua ed altre storie, alcune purtroppo segnate da un drammatico epilogo, si affiancano a decenni in cui il panorama normativo sulle droghe, in Italia, ha assunto lineamenti sempre più precisi. Un importante passo, sotto il profilo giuridico, è stato compiuto 30 anni fa, quando veniva pubblicato il Testo unico sugli stupefacenti (D.P.R. 309/90). Il Testo, emanato con decreto del presidente della Repubblica italiana il 9 ottobre del 1990, cerca di rispondere ad una piaga, quella della droga, che negli anni ’90 in Italia e in molti Paesi non si lega solo all’eroina. Sono anni in cui l’incremento dell’uso di cocaina, l’avvento delle droghe sintetiche modificano profondamente il panorama della dipendenza. I consumatori di queste nuove droghe sono soprattutto giovani, spesso studenti.
Adozione del Testo unico
In questo contesto, segnato negli Anni ’90 da un mondo della droga in continua evoluzione, viene elaborato il D.P.R. 309/90. Costituisce il testo di riferimento per ogni attività concernente la coltivazione, la produzione, il commercio e l’utilizzo delle sostanze stupefacenti. Le sue origini sono legate alla legge numero 685 del 1975 che aveva introdotto la distinzione tra la detenzione per uso personale, ancorata al concetto di “modica quantità”, e la detenzione finalizzata alla vendita. Il principio fondamentale introdotto dalla normativa del 1990 è quello relativo al divieto di far uso personale di sostanze stupefacenti, anche in quantità minima. Il concetto di “modica quantità” viene sostituito con quello di “dose media giornaliera”: i limiti quantitativi della sostanza stupefacente che possono essere assunti legalmente vengono definiti per legge.
Modifiche al decreto presidenziale del 1990
Il Testo del 1990 ha subito, nel tempo, varie modifiche. Con il referendum del 1993 viene eliminato il concetto di “dose media giornaliera”. Nel 2001, poi , la legge numero 12 introduce modifiche al testo originario con lo scopo di agevolare la prescrizione e la somministrazione di vari principi attivi nella terapia del dolore. Nel 2006, la legge numero 49, la cosiddetta legge Fini-Giovanardi porta ad un inasprimento delle sanzioni ed introduce il principio dell’equivalenza tra droghe “leggere” e droghe “pesanti” nell’uso personale. Nel 2014, la Corte Costituzionale dichiara illegittima la norma che equipara le sostanze stupefacenti leggere a quelle pesanti.
Il Papa: si fermino i trafficanti di morte
Durante il suo Pontificato, Francesco ha più volte ha ricordato i drammi legati all’uso e al commercio di sostanze stupefacenti. In particolare, incontrando il primo dicembre del 2018 i partecipanti alla Conferenza internazionale in Vaticano “Droghe e Dipendenze”, il Papa si è soffermato sul “preoccupante fenomeno della droga e delle vecchie e nuove dipendenze che ostacolano lo sviluppo umano integrale”.
I consider this institution a great resource against the substance use disorder epidemic. I will love to be part of such great enterprise. At the moment I reside in the USA , but immediately when we will be able to travel to Italy I will be visiting your offices.