“L’isola che non c’è. Fuga dell’adolescente in difficoltà”. E’ il tema del convegno che si è svolto nella sede centrale del Ce.I.S. don Mario Picchi, il 29 novembre scorso, a cui hanno preso parte oltre un centinaio di insegnanti provenienti da tutta Italia per riflettere sulla figura del docente comandato. Il Ce.I.S., infatti, è ente formatore presso il Miur e il convegno è stato inserito nell’elenco dei corsi accreditati. I docenti comandati presso le associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale del Lazio sono attualmente 23 in tutto, collocati in 5 realtà comunitarie molto diverse fra loro, con ambiti di intervento sul sociale diversificati. Da gennaio 2014, attraverso una serie di riunioni di rete, i docenti comandati hanno deciso di descrivere il proprio lavoro, costruendo una mappa delle azioni svolte nelle proprie associazioni di riferimento e raccogliendo i dati relativi al numero di utenti diretti e indiretti a cui tali interventi erano rivolti e individuando le principali aree di intervento. Quest’ultime sono state accorpate in quattro macro-aree: scuola: (sostegno scolastico; sportelli di ascolto; incontri gruppi classe; orientamento scolastico; formazione; corsi di lingua e cultura italiana per stranieri, ecc.); inclusione e integrazione: assistenza a stranieri, ad adulti e minori in carcere, a persone con patologie legate o meno alla dipendenza, con disagio psichico, ecc.); attività educative e di promozione della salute e del benessere: (conduzione di gruppi; attività di psicodramma; laboratori di arti espressive e psico-corporee; attività culturali e formative per minori e adulti in comunità nel territorio; educazione alla salute, ecc.); ricerca e sviluppo: (attività divulgative; progettazione; creazione di reti; collaborazione con enti e istituzioni, ecc.).
Dalla lettura dei dati è emersa una fotografia e una mappa del disagio sociale; benché i numeri non siano assoluti e fotografino solo la parte del disagio con cui gli insegnanti sono entrati in contatto, in ogni caso possono essere considerati una sorta di linee guida per l’analisi di questo disagio. Il docente comandato nel momento in cui inizia a operare in un ente o associazione entra in un modello sociale e organizzativo nuovo e affascinante, completamente differente dalla struttura organizzativa della scuola statale. Molto diverse sono, però, le modalità con cui opera, soprattutto per il confronto continuo in equipes multidisciplinari che osservano, per loro stessa natura, le persone e il loro vissuto da punti di osservazione specifici a seconda della missione della comunità e delle realtà sociali contattate. L’obiettivo del suo intervento rimane comunque costante e coerente con la sua mission di insegnante: diffondere e valorizzare l’apprendimento come fattore di crescita e sviluppo personale e sociale.
I docenti comandati presso le associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale offrono un vasto spettro di riflessioni e indicazioni metodologico-operative per la prevenzione, l’intervento e la valutazione di azioni educative nel campo dei comportamenti a rischio degli adolescenti, degli adulti, e delle figure di riferimento. L’accento viene posto su quelle importanti abilità-capacità individuali (le life skills), come pensiero critico, empatia, problem solving, capacità relazionali, che possono rivelarsi un’utile risorsa nella prevenzione di comportamenti a rischio. La prevenzione del rischio e l’educazione al benessere e alla salute degli adolescenti e giovani adulti rappresentano una delle sfide più difficili degli ultimi anni. Vi sono impegnati insegnanti, educatori, operatori sociali, psicologi, associazioni, enti e strutture sanitarie, famiglie: si tratta di un tema di valenza psicosociale che, per la sua profonda ampiezza, investe il campo operativo di diversi “professionisti dell’adolescenza”.
Nel suo intervento Fabio Bocci, docente all’Università Roma 3, ha messo in evidenza non solo la qualità della relazione docente-discente come fattore protettivo o di rischio ma anche alcuni modelli paradigmatici di scuola e di società che sono sottesi (spesso tacitamente e inconsapevolmente, quindi con una ricaduta ancora più significativa) alle azioni che gli adulti educatori mettono in atto. Monica Della Rocca del Ce.I.S. ha, invece, sottolineato le difficoltà che affrontano oggi i genitori per “incontrare” e riconoscere gli adolescenti, che si sentono inutili e invisibili. Il dirigente scolastico Maria Antonietta Damiano ha tracciato il profilo di un “adulto-insegnante” più rispondente alle necessità degli adolescenti di oggi.
Nel suo intervento Elena Renzi de Il Ponte ha evidenziato che “l’insegnante è pronto a mettersi in discussione su tutto! Solo una cosa lo mette veramente in crisi: dover assistere, inerme, al disagio espresso da un proprio studente. Inerme, nel senso letterale del termine, perché a volte ci si sente senza armi per aiutare quel ragazzo o quella ragazza a districarsi dai suoi stessi lacci. A volte, quando le situazioni problematiche diventano troppo numerose, qualcuno scappa. Cerca di trasferirsi in una scuola più ‘tranquilla’. L’insegnante comandato invece è quello che ha scelto di starci dentro”. Patrizia Pistolesi del Ce.I.S. ha passato in rassegna il mondo degli adolescenti nell’ottica in cui gli insegnanti operano creando un ponte tra la scuola e la comunità stessa. “Il docente comandato al Ce.I.S., nell’approccio ‘educativo’ con l’adolescente, – ha affermato Pistolesi – pone al centro dell’attenzione la persona nella sua interezza. Educare significa non tanto progettare interventi specifici ma piuttosto adoperarsi in prima persona per migliorare la qualità della relazione in vista di un recupero scolastico e sociale”.
Tre proposte concrete da Monica Lazzaretto, presidente di Assoscuolapuntocom, per valorizzare e sostenere la figura dell’insegnante comandato e non vanificarne l’esperienza: 1) ridurre la precarietà del ruolo attraverso l’aumento del periodo di utilizzo oltre il biennio; la definizione di criteri di selezione e requisiti professionali necessari per l’accesso all’utilizzo e alla sua conferma; 2) privilegiare la continuità operativa del lavoro dell’insegnante utilizzato attraverso la conferma dei distacchi in essere e del totale del contingente nazionale (100 unità); 3) attivare la partecipazione e favorire lo scambio, attraverso tavoli di lavoro, tra il Miur e i soggetti giuridici destinatari dei comandi (Enti e associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psicosociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti; associazioni di insegnanti utilizzati come Assoscuolapuntocom). Il convegno è proseguito con un workshop sulla gestione delle prime linee: dipendenze (CeIS don Mario Picchi – Il Ponte); stranieri (Sant’Egidio); istituzioni (Dirigenti scolastici – Exodus). Conclusioni affidate ad Anna Pelliccioni del Ce.I.S. con la presentazione de “La Campanella” e di “Telefono Amico”.
Oltre ai docenti comandati, il convegno ha visto la presenza e l’intervento di Don Egidio Smacchia, fondatore e presidente de “IL PONTE – Centro di Solidarietà Onlus”, comunità di Civitavecchia che offre un programma terapeutico/riabilitativo dedicato ai giovani e agli adolescenti.