La spesa per il gioco d’azzardo è pari al doppio di quella per l’istruzione e ad essa può imputarsi la mancata ripresa dei consumi in Italia. Il gioco pubblico reca in sè un nuovo modello di controllo sociale, a discapito dell’etica e con un panorama valoriale modificato. E il gioco è tra le cause principali del ricorso all’usura.
Siamo di fronte a una vera e propria febbre del gioco, alimentata dalla visione di vincite ultramilionarie messe in palio dalle lotterie pubbliche. Il gioco d’azzardo è entrato nel sistema culturale delle persone: internet, la televisione, le ricevitorie, scommettere sul destino, è facile e alla portata di tutti. E spesso diventa una vera e propria ossessione, una dipendenza dalla quale difficilmente si esce. Il rischio è di rimanere sul lastrico nel tentativo di arrivare a quello, che salvo rare eccezioni, è solo una chimera. Anche internet ha aperto le porte al gioco e alle scommesse, e non solo al tradizionale lotto: si gioca accedendo ai siti che funzionano da vere e proprie ricevitorie virtuali. Si gioca in borsa, a poker, si scommette su tutto.
Consapevoli che il gioco d’azzardo ha un impatto sulla qualità della vita non solo dei singoli individui e delle loro famiglie ma anche della comunità intera, è importante attivare programmi di prevenzione fondati sull’informazione corretta, la sensibilizzazione e l’educazione nonchè sulla regolamentazione e il controllo dei luoghi, delle modalità degli utenti del gioco. Tali programmi devono favorire spazi di confronto e di sinergia tra i vari attori coinvolti: politici, comunità locali, forze dell’ordine, privato sociale, associazionismo, gestore dell’industria del gioco, servizi pubblici.
Oggi sempre di più ci si affida all’azzardo come mezzo per il raggiungimento della “sicurezza sociale”: la rendita di 4.000 euro al mese per 20 anni, i poker on line, le somme da capogiro del superenalotto, ecc. E a breve saranno pronte a entrare in funzione 150 mila nuove slot in tanti nuovi piccoli casinò di quartiere che promettono la possibilità di vincite fino a 100 mila euro!
Il mercato del gioco, prevalentemente gestito in concessione, pone purtroppo la necessità di fare cassa anche a discapito dell’etica, e l’ampio ventaglio di offerta di gioco concorre in maniera sensibile alla modificazione del panorama valoriale.
fonte: CeIS