Cannabis, il grande bluff della legalizzazione di Maurizio Gasparri
Liberalizzare la cannabis? Evidentemente non si conosce la Costituzione e si offende la memoria di Borsellino. L’articolo 32 della nostra Costituzione afferma che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. La droga è un’emergenza educativa che viene acuita da un malessere della nostra epoca che affligge soprattutto i giovani. Per risolvere il problema servono politiche della prevenzione a livello pubblico, servono strutture apposite, investimenti, un lavoro costante e in profondità. E’ una grande irresponsabilità dichiarare che la legalizzazione contrasterebbe i traffici della narcomafia. Il traffico passerebbe per altri canali, quelli di uno Stato che lucra sulla devastazione dei suoi cittadini. In questo modo dovrebbero essere soppressi sia l’articolo 32 della Costituzione che l’articolo 33 della Carta dei diritti dell’infanzia che riconosce al giovane il “diritto di essere protetto dalle droghe illegali e dalle attività volte a produrre e a spacciare droghe”. All’ipotesi di liberalizzare la droga per combattere il traffico clandestino, Paolo Borsellino, nel 1989, rispondeva che ciò “è da dilettanti di criminologia”. Vorrei vedere o sapere gli effetti di questa sostanza sulla pelle dei figli, o dei propri cari di quanti si prodigano, facendo tra l’altro tutt’altro nella vita ma non sicuramente esperti in questa materia, ogni giorno a essere i paladini e promotori di questo che io chiamerei liberalizzazione a scopo ricreativo di tentati omicidi o omicidi premeditati visto anche i recenti fatti di cronaca. Facciamo parlare chi ha voce in capitolo, chi è esperto in materia, chi ha esperienza ultradecennale sugli effetti della cannabis. Gli scrittori facciano gli scrittori, come pure i politici, gli attori, i burocrati e i cantanti facciano il loro mestiere lasciando parlare sul tema della droga soltanto chi sa. Sia chiaro che coloro che portano avanti istanze pro cannabis nel nome di un libero arbitrio inconsistente con diritto della collettività, coloro che propongono la legalizzazione per contrastare la criminalità organizzata, coloro che propongono la legalizzazione della produzione e del commercio della droga nella speranza di trarne profitto, tutti coloro che con la scusa di giustificare l’ingiustificabile finiscono con l’accettare l’inaccettabile, ebbene tutti costoro diventeranno parte del problema droga e se ne dovranno assumere in toto la responsabilità civile e politica.
Roberto Mineo, presidente del Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi
dal Messaggero del 2 aprile 2017
Buenas tardes señores del CeIS . en el año 1987 estuve con un grupo de peruanos, españoles ,argentinos, bolivianos y ecuatorianos haciendo el curso de formación de operadores terapéuticos. Tuve la suerte y el honor de conocer a Mario Piicci y Juan Corelli que Dios los tenga en su gloria. Estoy interesado de retomar la comunicación con ustedes por muchos temas que me interesan sobre el Proyecto Uomo y Comunidades Terapéuticas. Por favor responderme a mi correo Jescaro25@hotmail.com . Reciban mis afectuoso saludos desde el Perú. Jesús M. Rossell Castañeda.