Continuano a ridursi le risorse pubbliche destinate alla spesa sociale e si contraggono, di conseguenza i contributi disponibili per chi offre servizi sul territorio. Ma, nello stesso tempo, aumentano le richieste di aiuto che ogni giorno vengono rivolte al CeIS. E spesso, per quelle strane norme che oggi regolano i finanziamenti pubblici, sono proprio le spese più irrinunciabili -perchè destinate a sostenere servizi urgenti e indispensabili – a non poter essere coperte dalle istituzioni; e i piccoli benefattori, che pure si prodigano per sostenerci, non sono sufficienti. Nonostante tutto, il CeIS continua a occuparsi di migliaia di persone, bambini, adolescenti, famiglie, anziani, soprattuto di chi difficilmente trova una risposta altrove, come tante persone tossicodipendenti o ex tossicodipendenti, uomini e donne con altre dipendenze chimiche e no, malati di Hiv e sindromi correlate, detenuti ed ex detenuti.
Come far fronte alle continue richieste? Come garantire agli operatori una formazione piena e continua, condizione indispensabile per ottenere risultati, e nello stesso tempo, consentire a loro e alle loro famiglie quel minimo di sicurezza economica necessaria per lavorare serenamente?
Continuiamo a cercare il miglior rapporto di collaborazione possibile con le istituzioni, consci che il pubblico e privato sociale possono e devono strettamente collaborare, nell’interesse di tutti i cittadini, e soprattutto dei meno fortunati.
Stiamo cercando in ogni momento di colmare il nostro deficit e di prepararci un futuro, oltre che un presente, perchè i problemi non sono minori che in passato, Anzi alcuni di essi si presentano in crescita.
Molti ci riconoscono come una risorsa per la società: per l’esperienza maturata fin dai primi anni 70, per la capacità dei nostri operatori, per l’agilità con cui cerchiamo di modificare prontamente i servizi al mutare delle esigenze, inventando situazioni flessibili e adatte alle persone che abbiamo di fronte. Spesso i riconoscimenti sono esclusivamente morali: la stima e l’amicizia di tanti ci sono di conforto, ma le parole non sono sufficienti per continuare a lavorare al meglio.
Noi ci battiamo perchè il fenomeno droga e i tanti problemi collegati non siano banalizzati e semplificati, parlando soltanto di legalizzare sì o no, di quantità modiche, medie, personali, insomma di leggi fatte con il bilancino, oppure di farmaci e di vaccini. La sofferenza di tante persone, bambini, giovani, adulti non si può pesare, non si può quantificare e raramente si può eliminare con sciroppi e pasticche.
In ogni caso, ci accingiamo a continuare senza sosta il nostro impegno per il 2015. Abbiamo nuovi progetti, altre iniziative in favore di chi ha bisogno. Vorremmo non dover chiudere altre porte dinnanzi a chi bussa con la speranza nel cuore. Contiamo sui nostri piccoli e preziosi benefattori ma ache sull’aiuto delle istituzioni.
fonte: CeIS