Oggi vogliamo condividere con voi la storia di uno dei nostri ragazzi di Città della Pieve, che ha deciso di rimettersi in gioco con la scuola e con lo studio, raggiungendo un obiettivo meraviglioso: una valutazione di 98, con tanto di 5 punti bonus.
«Ricordo di quando ero nuovo e fresco di comunità, appena entrato in I fase, qui a Città della Pieve; tra la confusione, il profondo senso di smarrimento e la paura dovuta ad un passato da dimenticare ho cominciato ad analizzare quali fossero le mie priorità, determinare i miei obiettivi e ricominciare a fare delle scelte sane. Era Marzo, poi è venuto naturalmente Aprile e mano mano che cominciavo ad abituarmi al contesto e ad “acclimatarmi” (l’estate era ormai alle porte) ho avuto notizia di un percorso di studi che si sarebbe svolto l’anno scolastico successivo e a cui, il Ceis, avrebbe offerto libera possibilità di iscrizione agli utenti; ecco… quella era una delle scelte che ho preso fin da subito: sarei tornato a studiare. L’estate scorreva e così anche il mio percorso evolveva con essa, sono stato promosso in 2a fase a fine Giugno e da allora ho continuato a vivere le mie giornate come se fossero tanti piccoli steps, tanti piccoli passi, uno appresso all’altro; passi che allora ancora non sapevo dove mi avrebbero portato ma che, nel frattempo, mi stavano facendo intraprendere un cammino; mi stavo muovendo e, senza neanche accorgermene, stavo abbandonando l’immobilismo che da troppo tempo caratterizzava la mia vita e, probabilmente, la mia mente. Settembre è arrivato e con esso anche le insegnanti comandate che ci avrebbero accompagnato in questo percorso di studi; ricordo eravamo in tanti, curiosi e motivati ad afferrare al volo l’opportunità concessaci; era il momento di tornare sui libri. Dopo un iniziale fermento d’entusiasmo e di voglia di mettersi in gioco ho cominciato a realizzare concretamente di cosa si sarebbe trattato: un percorso dentro al percorso; dove nulla ti è regalato ma, anzi, è alla portata se si ha l’intenzione di adoperarsi con spirito di sacrificio, forza di volontà e una buona dose di positività; delle qualità fondamentali e vitali perchè è proprio di questo che si parla: tornare a vivere, riacquisire quelle qualità per troppo tempo dimenticate ma che, se ci penso bene, sono necessarie all’autorealizzazione di un individuo perso, o che si sente tale. Giorno dopo giorno ho continuato a mettere un passo dinnanzi all’altro; di mattina il settore lavorativo,di pomeriggio gruppi terapeutici e si, spesso subito dopo c’era la lezione in didattica a distanza; un passo dopo l’altro ho ricominciato a mettere il naso sui libri, le fotocopie, a sfogliare appunti e, anche lì, non ero totalmente consapevole dell’impegno richiesto nè tantomeno dello sforzo profuso; io ogni giorno “camminavo” (così mi piace pensarla) e quando mi capitava di guardarmi indietro mi sembrava talmente lunga la strada fatta che non facevo altro che tornare a guardare davanti a me, più convinto e motivato a continuare. I mesi passavano, il percorso di studi si complicava tanto quanto quello comunitario e, più di una volta, mi son trovato a fare i conti con un senso di inadeguatezza, sfiducia e stanchezza; e anche lì: era tutto funzionale; emergevano le mie insicurezze e le mie paure e, di pari passo, avevo l’opportunità di condividerle con i miei operatori, i professori e la mia famiglia recuperando (o instaurando del tutto) senza neanche accorgermene, relazioni costruttive, sane e positive; per la prima volta dopo tantissimi anni stavo affrontando i problemi o, se vogliamo vederla dal punto di vista scolastico, stavo effettivamente cercando di risolverli, superandoli via via; credendo prima di tutto in me e, subito poi, dando fiducia incondizionata a chi mi tendeva la sua mano e il suo aiuto. Io quella mano l’ho afferrata, l’ho stretta e mi son lasciato condurre, qualche volta sono inciampato, qualche altra son caduto e mi son fatto male; ma quelle mani le ho sempre trovate lì, tese, pronte a recuperarmi e a ritirarmi sù per tornare a camminare, un passo dopo l’altro, un giorno dopo l’altro, fino ad oggi.. se mi guardo indietro sono fiero di quel che ho fatto e di quanti passi son riuscito a mettere in fila uno dietro l’altro quindi ringrazio per prima cosa me stesso e subito poi chi mi ha accompagnato in questo percorso di crescita personale: un grazie al Ceis Don Mario Picchi per l’opportunità, alle fantastiche professoresse Anna, Laura, Simona, Amelia e Martina, sopratutto per la pazienza, agli operatori di Città della Pieve per la fiducia e l’amore col quale svolgono la propria missione e, infine, un grazie alla mia famiglia.»