Tornano gli spacciatori a Baia Verde, la zona di Gallipoli che ogni estate diventa luogo di incontro per migliaia di giovanissimi che di giorno frequentano le spiagge e di notte le discoteche. Assieme ai turisti ormai da alcuni anni nei lidi, a volte esclusivi e costosi, arrivano anche i venditori di droga che presentandosi come commercianti ambulanti spacciano sostanze stupefacenti ai bagnanti più giovani. Lo stesso quadro caratterizza il litorale laziale, e si tratta certamente di un dato drammatico che non solo coinvolge l’Italia intera ma preoccupa maggiormente gli italiani in vista della discussione in Parlamento della proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis, realizzata da Giovanna Reanda con Daniele Farina (deputato, membro della commissione giustizia, Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà), prevista per lunedì 25 luglio.
“La cultura dello sballo è in crescendo, e con essa sono in pericolo tanti giovani. Basta dire che tra il 2013 e il 2015 il consumo di eroina è cresciuto del 37 per cento”. È preoccupante la denuncia lanciata dalla comunità CeIS don Mario Picchi, da decenni presidio contro le tossicodipendenze sul territorio del Lazio, secondo cui la cannabis, come tutte le droghe, tra cui anche l’alcol, è un chiaro sintomo di un malessere individuale o sociale. “Per questo – ha detto il presidente del centro Roberto Mineo – concentrarsi sul ‘sintomo’ tralasciando la ‘causa’ è un atteggiamento piuttosto miope” e parlare “di un uso ricreativo della cannabis mostra una lontananza abissale dalla realtà”.
Secondo i dati messi a disposizione dal CeIS, infatti, in estate il problema delle sostanze stupefacenti diventa più alto, e si concentra principalmente nei luoghi di villeggiatura, che diventano nido di spacciatori e narcotraffico. “Ultimamente – ricorda Mineo – c’è stato un grossissimo sequestro da parte delle forze dell’ordine a Torvaianica, Pomezia e Ostia con 22 arresti. Al di là di un discorso estivo il territorio romano per tutto l’anno offre a organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di stupefacenti, all`importazione di armi e alla organizzazione di rapine, spazi privi di alcun controllo”. E qui si pensi allo spaccio che avviene sotto gli occhi di tutti nelle scuole della Capitale e nei quartieri romani studenteschi come piazza Bologna o Parioli. “Scuole e minorenni è un fenomeno che stiamo osservando da diversi anni. Alcune sostanze – osserva ancora il presidente del CeIS – come la cannabis sono utilizzate da ragazzi che hanno tra i 13 e 14 anni. Negli ultimi tempi l’età media si è abbassata e questa è una grossa preoccupazione anche in vista del 25 luglio”.
“Questi ragazzi – spiega ancora Mineo – trovano il denaro per acquistare illegalmente le sostanze dalle paghette settimanali perché con pochi euro è possibile sballarsi. La cannabis, in questo senso, è una porta aperta per l’utilizzo di altre sostanze. Il 98 per cento di coloro che sono passati al CeIS hanno iniziato con la cannabis. Ecco la ragione per cui chiedo ai nostri parlamentari di analizzare il fenomeno nella sua complessità e non pensando al riassetto economico e finanziario del nostro Paese o di parte di esso o a sconfiggere la mafia”.
Al fianco del CeIS anche l’Associazione San Giovanni XXIII e la Comunità di San Patrignano, in vista della discussione della proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis, mettono in guardia su un’azione che porterà a un incremento dei consumi come avvenuto nel caso del gioco d’azzardo. Si tratta dunque di una liberalizzazione che ha portato vantaggi alle casse dello Stato, ma che ha fatto esplodere un problema sociale. Per questi organismi l’Italia deve guardare all’esperienza di Paesi come l’Olanda e il Colorado che legalizzando la cannabis hanno fallito nel loro intento, causando disordini sociali come incidenti stradali, disturbi psicotici da parte di minorenni e adulti. “Si è partiti con superficialità – conclude Roberto Mineo – perché la cannabis non è una droga leggera, come vogliono farci credere, ma l’inizio di un percorso che se non arginato porterà a effetti drammatici per i nostri giovani e a ripercussioni in termini sanitari”.
Alessandro Notarnicola
Secondo i dati messi a disposizione dal CeIS, infatti, in estate il problema delle sostanze stupefacenti diventa più alto, e si concentra principalmente nei luoghi di villeggiatura, che diventano nido di spacciatori e narcotraffico. “Ultimamente – ricorda Mineo – c’è stato un grossissimo sequestro da parte delle forze dell’ordine a Torvaianica, Pomezia e Ostia con 22 arresti. Al di là di un discorso estivo il territorio romano per tutto l’anno offre a organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di stupefacenti, all`importazione di armi e alla organizzazione di rapine, spazi privi di alcun controllo”. E qui si pensi allo spaccio che avviene sotto gli occhi di tutti nelle scuole della Capitale e nei quartieri romani studenteschi come piazza Bologna o Parioli. “Scuole e minorenni è un fenomeno che stiamo osservando da diversi anni. Alcune sostanze – osserva ancora il presidente del CeIS – come la cannabis sono utilizzate da ragazzi che hanno tra i 13 e 14 anni. Negli ultimi tempi l’età media si è abbassata e questa è una grossa preoccupazione anche in vista del 25 luglio”.
“Questi ragazzi – spiega ancora Mineo – trovano il denaro per acquistare illegalmente le sostanze dalle paghette settimanali perché con pochi euro è possibile sballarsi. La cannabis, in questo senso, è una porta aperta per l’utilizzo di altre sostanze. Il 98 per cento di coloro che sono passati al CeIS hanno iniziato con la cannabis. Ecco la ragione per cui chiedo ai nostri parlamentari di analizzare il fenomeno nella sua complessità e non pensando al riassetto economico e finanziario del nostro Paese o di parte di esso o a sconfiggere la mafia”.
Al fianco del CeIS anche l’Associazione San Giovanni XXIII e la Comunità di San Patrignano, in vista della discussione della proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis, mettono in guardia su un’azione che porterà a un incremento dei consumi come avvenuto nel caso del gioco d’azzardo. Si tratta dunque di una liberalizzazione che ha portato vantaggi alle casse dello Stato, ma che ha fatto esplodere un problema sociale. Per questi organismi l’Italia deve guardare all’esperienza di Paesi come l’Olanda e il Colorado che legalizzando la cannabis hanno fallito nel loro intento, causando disordini sociali come incidenti stradali, disturbi psicotici da parte di minorenni e adulti. “Si è partiti con superficialità – conclude Roberto Mineo – perché la cannabis non è una droga leggera, come vogliono farci credere, ma l’inizio di un percorso che se non arginato porterà a effetti drammatici per i nostri giovani e a ripercussioni in termini sanitari”.
Alessandro Notarnicola