“In un momento di crisi occorre fare rete per combattere la povertà che sta colpendo sempre di più le famiglie e gli anziani. Per questo motivo abbiamo aderito e collaborato alla Giornata della Colletta alimentare con i nostri volontari e i nostri mezzi. E’ stato un grande successo che ha permesso di raccogliere in tutta Italia oltre 9.037 tonnellate di generi alimentari”.
E’ quanto dichiara Roberto Mineo, presidnete del CEIS in merito agli straordinari risultati della Giornata della Colletta Alimentare.
“Un grazie speciale – aggiunge Mineo – ai nostri ragazzi dei centri S. Carlo, S. Maria, del Servizio Diurno e dell’Associazione Famiglie che si sono messi in gioco vincendo una partita importante: quella della solidarietà. Hanno lavorato fino a sera senza mai fermarsi sempre con il sorriso sulle labbra. Un biglietto da visita dei ragazzi del CEIS, che dimostra come il sostegno ai chi è in difficoltà non ha etichette e che insieme possiamo essere più forti nel combattere le povertà e l’emarginazione”.
Ecco le impressioni di Marco, uno dei nostri operatori, che si è prodigato come volontario alla “Giornata della colletta alimentare”:
Sabato sono stato a dare una mano al banco alimentare, come volontario: è stata un’esperienza bellissima, perchè mi ha rincuorato (se non su certe istituzioni specie pubbliche) almeno su certe piccole e normali persone, come la vecchietta che prende due cose per sè e ne dona una terza al banco, per i più bisognosi. Un’altra signora che paga la sua spesa e poi decide di rientrare, farne un’altra per il banco e rifare la fila alla cassa. Due ragazzi di un liceo, maschi, che dopo essersi messi di buona lena a “spingere” gli omogeneizzati finiscono il loro turno, rientrano al supermercato e fanno la spesa anche loro, coi pochi soldi che possono avere in tasca oggi due adolescenti.
Un’altra signora ci passa due buste piene di cibo, e di questi tempi ci stupisce tanta generosità.
Che c’entra? c’entra col fatto che non è vero che siamo tutti egoisti, opportunisti, aridi.
Siamo impauriti, certo, sfiduciati, forse, preferiamo vedere i difetti in chi ci sta accanto perchè abbiamo magari bisogno di “elevarci” noi, che della nostra miserevole normalità abbiamo vergogna, invece di esserne orgogliosi.
Ed invece no, in barba a quanti credono che fottere l’altro sia arrivare per primi sappiamo ancora arrivare ultimi, grazie al cielo.
E non sentirci soli, nel farlo.
Marco M.
Ecco le impressioni di Enzo, uno degli organizzatori della “Giornata della colletta alimentare”:
La gratuità è quello che ha prevalso nell’arco di tutta la giornata.
Lucas (uno degli operai del CeIS, ndr), mi ha risolto un problema non di poco conto, quello di portare via le derrate e lo ha fatto con grande entusiasmo.
In quel poco tempo che ho parlato con due ragazze della vostra comunità mi ha colpito il fatto che non si vergognassero di dire che usufruivano dei beni del banco alimentare. Poi, vederle in relazione alla vostra esperienza è stato un ulteriore motivo di gratitudine.
Credetemi, di momenti critici a livello organizzativo ce ne sono stati tanti ed alcuni anche seri. Ma anche la sola presenza e la buona volontà dei vostri ragazzi mi ha aiutato a non fermarmi. Siate contenti di loro e del percorso di solidarietà che grazie a voi hanno intrapreso.
Che il volontariato in Italia muova le montagne è certo, ma quello che a me ha colpito è stata la generosità delle persone semplici, quelle delle quali nemmeno ci accorgiamo, perchè ci sono così accanto, così vicine… che nel nostro “guardarci attorno senza vedere” non riusciamo a scorgerle.
Poi ci stupiamo se qualcuno restituisce una banconota caduta ad un altro, o data in più di resto dalla cassiera, come se non fosse poi l’unica cosa che in realtà possiamo fare.
Lasciamoci quindi stupire dalla bellezza, dal sorriso di chi paga caro anche quel sorriso, e lo dà gratis.
I tempi non sono tali da rimaner soli, meno che mai. Sono tempi nei quali verremo chimati a dare di più, più lavoro, più fatica, più attenzione, più amore, anche se ci sembrerà di aver il cuore vuoto.
Ma come ci insegna il nostro grande cantautore Roberto Vecchioni, il “professore”, “l’amore non finisce mai”.
Poi ciò non significa che dobbiamo, possiamo, metter con le spalle al muro chi fa dei propri interessi GLI interessi. Chi pensa sia giusto o almeno inevitabile che dei lavoratori stranieri vivano in mezzo ai telai, e là muoiano, o faccia parte del mascolino uccidere le proprie donne, o della voglia di trasgredire il commerciare in droga, o della “finanza creativa” l’evader le tasse.
O peggio non parlar di Mafia facendo credere sia sconfitta.
Non dimentichiamo mai Falcone e Borsellino, mi perdonino gli altri morti credendo in qualcosa di grande, perchè nell’amore c’è pure la morte, come nella morte di qualcuno c’è poi la vita di altri, domani.
“Poi ciò non significa che…”: ci va aggiunto un “NON” alla fine… sorry.