Si sono tenuti il 26 e il 27 all’Auditorium Antonianum in viale Manzoni gli Stati Generali del Sociale e della Famiglia di Roma Capitale. Due giorni di analisi, riflessioni e proposte sulle politiche sociali e sul sistema di welfare della Capitale.
Hanno preso parte ai lavori il sindaco Gianni Alemanno, il vicesindaco Sveva Belviso, l’assessore capitolino alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani Gianluigi De Palo, il ministro del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero, il ministro della Cooperazione e Integrazione Andrea Riccardi, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Hanno dato il loro contributo 37 associazioni e 71 relatori, con il mondo del no profit fatto dagli operatori, dal volontariato e dall’ associazionismo di promozione sociale. Presenti anche personalità del mondo imprenditoriale e sindacale.
La sessione mattutina del 26 giugno, coordinata da Roberto Fontolan, si è aperta con gli interventi introduttivi del sindaco Alemanno, del vicesindaco Belviso e dell’assessore De Palo. Le autorità capitoline hanno fatto il punto sui progetti già realizzati a Roma per le politiche sociali e familiari e sulle strategie per il futuro.
Per il CeIS don Mario Picchi erano presenti il Presidente Roberto Mineo e la Vicepresidente Patrizia Saraceno.
Nella sua relazione il Presidente ha posto l’accento sulla necessità di non abbassare la guardia di fronte al fenomeno delle tossicodipendenze che, ben lungi dall’esaurirsi, è andato progressivamente assumendo negli anni forme sempre nuove, in continua evoluzione che hanno, se possibile, ulteriormente aggravato le conseguenze del suo impatto sul nostro vivere quotidiano e sulla nostra convivenza civile. L’intervento ribadiva, nelle sue conclusioni, quello che è stato il concetto cardine attorno al quale fin dalle origini si è svolta tutta l’azione del CeIS, peraltro fatto proprio di recente anche da rilevanti organismi internazionali: quello dell’importanza fondamentale di politiche di prevenzioni efficaci, in grado di mitigare non i danni già esistenti, bensì di intervenire prima ancora che il disagio sociale prenda forma di tossicodipendenza.