Giovedì 24 Maggio, presso la sede della Provincia di Roma Palazzo Valentini, Sala di Liegro, Roberto Mineo e Patrizia Saraceno, Presidente e Vicepresidente del CeIS don Mario Picchi, hanno partecipato alla presentazione ufficiale del “Mundialido 2012”, un torneo di calcio la cui partecipazione è riservata a squadre composte interamente da stranieri, provenienti da paesi di ogni continente, con differente cultura ed etnia, ma che vivono, lavorano, studiano, nella capitale e nel suo hinterland.
Alla presenza di rappresentanti istituzionali e di delegazioni diplomatiche è stata illustrata la 14^ edizione, tutt’ora in corso di svolgimento, che oltre alla rappresentativa del CeIS don Mario Picchi, ROM, della Città del Vaticano e dei rifugiati di Africa United, vedrà scendere in campo formazioni rappresentanti Afghanistan, Albania, Bangladesh, Bulgaria, Camerun, Capo Verde, Colombia, Congo R.D., Ecuador, Egitto, Etiopia, Giappone, Iraq, Irlanda del Nord, Italia, Madagascar, Marocco, Moldova, Nigeria, Paraguay, Perù, Polonia, Romania, Senegal, Somalia, Spagna, Sudan e Ucraina, ciascuna composta da giocatori del medesimo paese di origine.
La cerimonia ha costituito un’importante e concreta opportunità per soffermarsi sul tema dell’integrazione interetnica ed interculturale, riconoscendo il Mundialido quale iniziativa di rilievo nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto delle discriminazioni razziali e di intolleranza.
Sono numerose le iniziative ed i progetti che il Centro Italiano di Solidarietà sta portando avanti. Tuttavia, di particolare interesse per gli immigrati è il progetto Karibu, che s’indirizza a tutti gli immigrati di Roma e dintorni ed ha come obiettivo principale l’inclusione sociale, scolastica, professionale di adolescenti e giovani stranieri nel nostro territorio.
Ad arricchire i contenuti dell’edizione 2012, è stato presentato il concorso letterario riservato ai partecipanti al Mundialido denominato “Il mondo in un libro“.
Un premio che esalta il valore unitario della scrittura riconoscendo alla letteratura, come ad ogni arte, una valenza cosmopolita.